(FAQ) Modello organizzativo e di controllo

Ex art. 16 D.lgs. n. 39_2021

1. Cosa si intende per “modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva e dei codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione”?

Un modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva è un sistema operativo e di gestione interno  finalizzato a prevenire e contrastare ogni forma di abuso, discriminazione e violenza nell’ambito dell’attività sportiva. Il modello deve essere strutturato in modo da:

  • Identificare e valutare i rischi di abuso, discriminazione e violenza.
  • Adottare misure di prevenzione e controllo adeguate ai rischi.
  • Valutare l’adeguatezza delle misure di prevenzione e controllo già adottate.
  • Monitorare l’efficacia delle misure adottate e aggiornare il modello quando necessario o quadriennalmente;
  • Predisporre una procedura efficace di segnalazione delle fattispecie di abuso, violenza e discriminazione;
  • Rispettare la privacy di tutti i soggetti coinvolti nell’attività sportiva (atleti, tesserati, dirigenti sportivi, tecnici, medici, genitori di atleti minori, ecc.);
  • Rendere pubbliche le misure adottate.

2. Chi si deve dotare di tale modello?

  • Associazioni e Società sportive professionistiche
  • Associazioni e Società sportive dilettantistiche

3. Quali sono le fattispecie di abuso, violenza e discriminazione da prevenire e perseguire

Per abuso, violenza discriminazione si intende:

  1.  l’abuso psicologico;
  2.  l’abuso fisico;
  3.  la molestia sessuale;
  4.  l’abuso sessuale;
  5.  la negligenza;
  6.  l’incuria;
  7.  l’abuso di matrice religiosa;
  8.  il bullismo, il cyberbullismo:
  9.  i comportamenti discriminatori

4. Cosa si intende per identificazione e valutazione dei rischi di abuso, discriminazione e violenza?

Ogni Associazione e Società sportiva, dilettantistica professionistica, deve effettuare una valutazione complessiva della propria realtà sportiva avente ad oggetto il grado di probabilità con cui in futuro potrebbero verificarsi le fattispecie di abuso, violenza e discriminazione (c.d. “valutazione del rischio”).

Per effettuare la valutazione del rischio bisogna analizzare la presenza e l’efficienza di:

  1. protocolli e misure di prevenzione;
  2. programmi formativi organizzati e destinati ad atleti, dirigenti sportivi e tecnici;
  3. supporto psicologico offerto agli atleti;
  4. procedura di segnalazione;
  5. la frequenza con cui le fattispecie di abuso, violenza e discriminazione si sono verificate in passato.

 

5. Quante categorie di rischio possono essere considerate?

Il rischio di verificazione di fattispecie di abuso, violenza e discriminazione si distingue in:

NULLO: La fattispecie di abuso, violenza o discriminazione non è configurabile.
BASSO: L’attività è ben controllata e/o le attività dove si configurano le fattispecie di abuso/discriminazione/violenza sono rare.
MEDIO: L’organizzazione ha minimi strumenti di controllo per il monitoraggio delle attività ovvero l’attività è ben controllata ma le fattispecie di reato potenziali sono frequenti.
ELEVATO: L’organizzazione ha insufficienti strumenti di controllo per il monitoraggio delle attività.

6. Cos’è la procedura di segnalazione?

La procedura di segnalazione è la procedura da seguire nell’ipotesi in cui si sia subito un abuso/violenza/discriminazione oppure si sia entrati a conoscenza della verificazione di un abuso/violenza/discriminazione a danno di altro atleta.

7. Dove pubblicare la procedura di segnalazione?

La procedura di segnalazione deve essere pubblicata sul sito internet della ASD/SSD, affissa nella bacheca presso la sede, presso gli impianti sportivi.

Per facilitarne la fruibilità a tutti i soggetti coinvolti si suggerisce l’utilizzo di locandine o volantini di facile comprensione.

8. Chi è il Responsabile contro gli abusi, le violenze e le discriminazioni?

Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni è la figura a cui è demandato il controllo sull’esatta adozione e applicazione del Modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva, allo scopo di prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione. Egli è il referente per eventuali segnalazioni di condotte rilevanti ai fini delle politiche di safeguarding, potendo per tali fini svolgere funzioni ispettive e audizioni.

Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni deve essere dotato di autonomia, indipendenza, professionalità e competenza in ambito sportivo. Egli non deve avere precedenti penali.

9. Come scegliere il Responsabile contro abusi, violenze discriminazioni?

La scelta del soggetto da nominare come Responsabile contro abusi, violenze  discriminazioni è rimessa all’autonomia di ogni singolo ente il quale deve operare una scelta in base alla propria struttura organizzativa e alla propria dimensione.

Si ritengono incompatibili con tale figura:

  1. e i tecnici e gli allenatori dell’ente sportivo nominante;
  2. il medico di squadra dell’ente sportivo nominante;
  3. i dirigenti e i consiglieri dell’ente sportivo nominante ove siano in rapporto diretto e continuativo con gli atleti per il ruolo direttivo e operativo svolto;
  4. il Responsabile Federale delle politiche di safeguarding;
  5. tutti i soggetti interni all’ente con rapporti diretti e continuativi con gli atleti.

N.B. L’incompatibilità non deriva  dal semplice status di tesserato, ma dalla presenza di un ruolo direttivo o operativo che comporti rapporti diretti e continuativi con gli atleti. In tali situazioni, si potrebbero, infatti, generare conflitti d’interesse o sovrapposizioni di ruoli che potrebbero compromettere l’efficacia del ruolo di responsabile safeguarding.

10. Quali sono le possibili sanzioni per l’inosservanza?

L’inosservanza dell’obbligo di adozione del MOC o l’adozione di un Modello non conforme alle Linee Guida può comportare l’applicazione di sanzioni amministrative, tra cui:

  • Multa da 5.000 a 50.000 euro
  • Sospensione dell’affiliazione alla Federazione Sportiva Nazionale
  • Revoca della concessione di impianti sportivi

E’ importante sottolineare che l’adozione del MOC non è un mero adempimento formale, ma rappresenta uno strumento fondamentale per la prevenzione e il contrasto degli abusi, delle discriminazioni e delle violenze nello sport, a tutela dei minori e di tutti i tesserati.

11. Entro quando devo dotarmi di tale Modello?

Entro 12 mesi dalla pubblicazione (19/09/2023) delle linee guida da parte della FISG. Entro il 1 luglio 2024 è altresì obbligatoria la nomina del responsabile interno contro abusi, violenze e discriminazioni. Tale nomina è da  pubblicarsi sulla homepage dell’ASD/SSD e affissa presso la sede legale e gli impianti sportivi, nonché comunicata al responsabile federale delle politiche di Safeguarding in sede di affiliazione/riaffiliazione.

N.B. Dal 1° gennaio 2025, l’adozione dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei codici di condotta è condizione per l’affiliazione o riaffiliazione dell’Associazione o della Società sportive affiliata.

12. Quali sono i destinatari delle prescrizioni del Modello?

Chiunque partecipi con qualsiasi funzione o titolo all’attività della ASD/SSD indipendentemente dalla disciplina sportiva praticata.

13. Dove devo pubblicare il Modello?

Sul Sito dell’ ASD/SSD e affisso presso la sede e gli impianti sportivi. È altresì obbligatoria la comunicazione al Safeguarding Officer presso la FISG.

14. L’atto di nomina del Responsabile richiede forme particolari? dove va pubblicato?

Riguardo all’atto di nomina del Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni non sono necessarie particolari formalità. E’ sufficiente che l’a società deliberi a favore della nomina dopo aver
verificato la sussistenza dei requisiti necessari di competenza, autonomia, indipendenza e onorabilità con acquisizione del certificato del casellario giudiziario.
Successivamente, è possibile redigere un atto da inviare/consegnare al soggetto che si intende nominare Responsabile per la sottoscrizione.

15. La mia ASD/SSD dispone già di un modello organizzativo ex d.lgs. 231/2001, devo adottare un modello ad hoc o è sufficiente l’integrazione del modello di cui sono già dotato?

È sufficiente l’integrazione del modello già adottato secondo le indicazioni delle linee guida.

Per chi non dispone di un Modello organizzativo La FISG, mette a disposizione, sul sito FISG nella pagina “Federazione Trasparente” al punto “M” Codice etico e Prevenzione e Contrasto Abusi (https://www.fisg.it/federazione-trasparente/), un esempio di modello organizzativo che andrà poi personalizzato ed integrato in base alle specifiche realtà sportive.

Per qualsiasi chiarimento potete scrivere alla segreteria FISG (segreteria@fisg.it) o al Safeguarding Officer FISG (safeguarding@fisg.it)