Figura, Daniel Grassl: “Volevo Torino a tutti i costi. È stata un’esplosione di felicità”
Il giorno dopo è ancora più dolce. Meno di ventiquattrore fa Daniel Grassl si è conquistato l’accesso alla finale di Junior Grand Prix di Torino in programma dal 5 all’8 dicembre al Palavela insieme a quella Senior.
Daniel, riavvolgiamo il nastro. Come hai vissuto le ore prima del libero con l’obbligo di vincere a tutti i costi?
“Ero parecchio nervoso: sapevo che mi giocavo la finale e oltre tutto ad Egna per me non può mai essere una gara qualsiasi perché in tribuna ci sono tante persone che conosco. Prima che toccasse a me mi sono tappato le orecchie per non sentire il risultato di Gumennik, il russo con cui mi giocavo la vittoria. Purtroppo l’ho sentito comunque e così ho provato a concentrarmi solo su me stesso e per fortuna è andata bene”.
Quale posto occupa la gioia di questo successo tra quelle che hai già vissuto in carriera?
“E’ una delle volte in cui mi sento più felice, davvero. Probabilmente insieme alla vittoria dei Campionati Italiani nella scorsa stagione”
Ora ti aspetta la finale di Torino. Che sensazioni ti dà l’idea di gareggiare in casa, in Italia?
“Quest’anno avrei potuto partecipare a due Grand Prix Senior, eppure quando ho saputo che la finale sarebbe stata a Torino non ho avuto dubbi e ho deciso di gareggiare tra gli Junior per raggiungere questo obiettivo. Dopo il terzo posto in Polonia si era fatta dura e avevo perso un po’ di fiducia ma poi… È andata bene”.
Come procede la confidenza con i programmi?
“Mi sento sempre più in fiducia e con più voglia di pattinarli, soprattutto il corto che è piaciuto molto. Ora però dovrò cambiare alcune cose per portarlo senior. Complessivamente vorrei inserire due quadrupli nel primo segmento e tre nel libero”.
L’obiettivo della stagione?
“Ne avevo due: raggiungere la finale di Grand Prix e ottenere un bel piazzamento ai Mondiali. Uno è arrivato, adesso guardo avanti”.
Raccontaci una curiosità sul tuo avvicinamento alla gara.
“Da qualche tempo, circa quattro ore prima di scendere sul ghiaccio, ho iniziato a fare un sonnellino. Funziona. Poi, mentre si avvicina il tempo della gara, ascolto musica classica. Mi aiuta a rilassarmi”.