Fisg, Consiglio Nazionale del Coni: l’intervento del presidente Gios in difesa delle società sportive
Sì è tenuta ieri 14 settembre, presso il Palazzo H a Roma, la riunione del Consiglio Nazionale del CONI alla presenza di tutti i membri aventi diritto, della sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali e del capo del Dipartimento Sport del governo Michele Sciscioli.
Nell’occasione, tra i tanti e importanti temi trattati, si è anche discusso in profondità delle difficoltà nell’attuale gestione dello sport di base in riferimento alle ultime norme e disposizioni in tema di COVID 19.
In particolare, il presidente della Federazione Italiana Andrea Gios ha preso la parola per evidenziare nel suo intervento tutti i problemi che affliggono l’attività delle società sportive del territorio.
Dopo aver ribadito l’importanza del settore sportIvo nel rilancio anche economico del sistema Paese, visti pure i brillanti risultati conquistati dall’Italia nell’estate appena trascorsa, il presidente Gios ha sottolineato l’attuale situazione di difficoltà organizzative dello sport di base, toccando nello specifico i seguenti punti:
– La diversa disciplina COVID tra l’attività scolastica e quella sportiva: per l’accesso dei giovani all’attività scolastica non è stata infatti stabilità l’obbligatorietà del Green Pass mentre per l’attività sportiva – pur avendo come destinatari bambini e ragazzi della medesima età – è previsto l’obbligo di Green Pass. Ne consegue che molti giovani sportivi in fascia di età compresa tra 12 e 16 anni non possano oggi praticare la loro disciplina sportiva mentre hanno l’obbligo di partecipare all’attività scolastica.
– L’obbligatorietà del Green Pass per le discipline sportive che si svolgono al chiuso, a differenza di quelle all’aperto, dà luogo ad un evidente disparità di trattamento. Molte famiglie che non intendono vaccinare i propri figli si trovano costrette ad iscrivere figlie e figli a sport che si svolgono all’aperto piuttosto che ad attività sportive che devono essere praticate al chiuso. Questo, nonostante il fatto che molte attività sportive al chiuso vengano svolti in edifici molto ampi e ben areati come nel caso dei palazzi del ghiaccio.
L’obbligatorietà del Green Pass per i giovani atleti crea grandi problemi negli sport di squadra in cui è necessario schierare (in allenamento ed in gara) un numero minimo di atleti. Molto spesso accade che se solamente 3 o 4 ragazzi/e non possono partecipare all’attività sportiva non è possibile proseguire l’attività per l’intero gruppo in quanto non si raggiunge il numero minimo di atleti da schierare affinché gli incontri possano ritenersi validi (in molte realtà non si è in grado di allestire le squadre nelle categorie U13-U17). Questa situazione penalizza anche le gli atleti in possesso di Green Pass e rischia di creare un pericoloso vuoto generazionale.
– Le limitazioni al numero di spettatori presenti sugli spalti in occasione degli eventi sportivi al chiuso continuano a gravare in maniera importantissima nella gestione economica di quelle società che, fino ad oggi, hanno già pagato un prezzo altissimo a questa pandemia. E’ assolutamente necessario che il Dipartimento dello Sport si attivi per valutare ogni possibile intervento a sostegno di un incremento della capienza massima degli impianti sportivi al chiuso ed aumentando gradualmente le percentuali di riempimento e togliendo i limiti massimi di capienza.
L’intervento, rivolto essenzialmente all’attenzione della Sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali, si è concluso con la richiesta di un maggior coordinamento tra il Governo ed il CONI nella gestione della normativa e dei protocolli Covid destinati al mondo dello sport ribadisce il ruolo della FISG a fianco dello sport di base e delle società del territorio, con la fiducia e nella speranza che le istanze presentate vengano affrontate sin da subito con tempestività e risolutezza.