Hockey, Traversa: “Ci abbiamo creduto, dispiace”
Il suo gol, di grinta e di caparbietà, con davanti un terzo tempo ancora tutto da giocare, ci ha regalato almeno per qualche minuto una splendida illusione. Lui che un gigante non è, con i suoi 166 centimetri per 77 chili, ha però saputo mettere paura ai giganti norvegesi avviando un tentativo di rimonta che i due gol avversari hanno poi spento nell’ultima frazione insieme alle nostre speranze a cinque cerchi. Tommaso Traversa è stato l’ultimo azzurro ad arrendersi, simbolo di una squadra che ha portato e lasciato tutto sul ghiaccio e alla quale non si può davvero muovere alcuna critica. Italiano, italianissimo, “Uto”, come lo chiamano un po’ tutti, tornerà questa stagione in Europa dopo sette anni Oltreoceano: lì ha affinato il suo talento e accumulato l’esperienza giusta per ritagliarsi una volta di più un posto da protagonista in Nazionale. Coach Mair non l’ha mai perso di vista, ci ha scommesso e c’è da credere che, dopo una stagione da 25 punti (17 gol e 8 assist) in 67 partite tra le fila degli Alaska Aces, in Echl, con la maglia del Dundee Stars Traversa troverà il modo di crescere ancora per dare una mano importante in futuro ai colori azzurri. Ora certo resta il rammarico di un’Olimpiade che fugge via, ma da questo torneo l’Italia esce più forte, avviata su un percorso virtuoso ormai certificato.
“Sapevamo che anche sotto di due gol dovevamo restare in partita per cercare di sfruttare al meglio le occasioni – spiega Traversa -. Dopo il nostro gol avevamo l’umore a mille: abbiamo giocato senza fretta perché si poteva pareggiare in apertura come in chiusura di terzo tempo”. Poi, però, ecco i due gol che hanno chiuso il match. “Loro hanno segnato 3 volte in powerplay, mentre in parità numerica ne abbiamo fatto uno per parte – prosegue “Uto” -. Dispiace per il gruppo e per il lavoro che abbiamo fatto per arrivare fin qui: dobbiamo comunque cercare di restare ottimisti perché sappiamo che partite di questo tipo vengono decise soprattutto dai dettagli. Noi italiani ci sottovalutiamo sempre troppo ma abbiamo dimostrato di sopperire con il cuore e con gli attributi a un piccolo gap di talento”. Ora testa al Kazakistan, nell’ultima sfida di questo torneo preolimpico. “Ci teniamo a finire bene perché c’è in palio l’onore e l’attaccamento a questa maglia: vincere farebbe bene al morale e all’intero movimento“.