“Hockeytown”: l’hockey diventa un film e strega il pubblico
Qual è il primo pensiero di un giocatore di hockey su ghiaccio abituato a pattinare sulle piste canadesi quando l’agente gli propone di andare a giocare a 7.000 km di distanza in una città del Nord Italia? Come nasce la passione per stecche e “puck” in un Paese in cui la gran parte dell’attenzione mediatica è riservata al calcio? Se ne parla in Hockeytown, film documentario di Daniele Rielli che ripercorre l’epica vittoria dell’Hockey club Bolzano della scorsa stagione in Erste Bank Eishockey Liga, il campionato “sovranazionale” austriaco.
Lo scrittore bolzanino trapiantato a Roma racconta la propria passione (e quella della città di origine) per l’hockey su ghiaccio, fa rivivere gli umori della curva, entra negli spogliatoi e svela gli stratagemmi usati dal coach Kai Suikkanen, subentrato a stagione in corso, per rimotivare la squadra che si trovava all’ultimo posto a 40 punti dalla prima in classifica. E, stando almeno al risultato delle prime uscite sul grande schermo, lo fa alla grande. Sold out presso l’UCI Cinema del Twenty di Bolzano nelle prime tre serate programmate per giovedì, venerdi e sabato della scorsa settimana con la proiezione aggiuntiva del Teatro Cristallo. Questa sera a Milano invece va in scena il gran finale con l’uscita all’UCI Cinema Bicocca di Milano (ore 20). Che però potrebbe anche non essere l’ultima data nelle sale.
Nella prima parte del documentario, pensata per un pubblico nazionale, Rielli ripercorre alcuni dei momenti clou degli 85 anni di storia biancorossa in cui hanno giocato fianco a fianco stelle che hanno fatto la storia dell’hockey mondiale come Jaromir Jagr (due Stanley Cup, un oro olimpico e secondo miglior marcatore della storia della NHL dietro soltanto al mostro sacro Wayne Gretzky) e leggende locali come Gino Pasqualotto, recentemente omaggiato con il ritiro della maglia. “Hockeytown”, in sintesi, è un racconto corale in cui, prima di tutto, è “la città dell’hockey” ad essere protagonista attraverso la narrazione di quello che accade sugli spalti, fra collezionisti di autografi, incontri ravvicinati per spronare i giocatori e tifosi che distribuiscono chili di caramelle ai bambini. Nel corso del film riaffiorano i ricordi di vecchie glorie come Martin Pavlu e Lucio Topatigh e i protagonisti della stagione scorsa, dal capitano Alex Egger, a Mike Halmo, Angelo Miceli, Alex Petan, oltre, naturalmente, all’ex coach Kai Suikkanen.
Quello in proiezione a Milano è il primo film documentario realizzato da Daniele Rielli, già autore di saggi (Storie dal mondo, Adelphi), di un romanzo (Lascia stare la gallina, Bompiani) e di veri reportage giornalistici per testate nazionali. “Ho iniziato a lavorarci già dai playoff della scorsa stagione perché anche nelle sconfitte vedevo un potenziale importante nella squadra e quando il trend si è interrotto la vittoria non è più sembrata impossibile – racconta Rielli -. L’arco narrativo oltre tutto era buono e così ho colto l’occasione per girare il tutto proprio mentre l’evento stava accadendo. Sono molto felice della reazione della città: non mi aspettavo onestamente quattro serate sold out. Ora la sfida, che è però anche stato l’obiettivo fin dall’inizio, è portare il film in televisione. Non è un prodotto di nicchia: è una storia di uomini ancor prima che di hockey e non serve essere esperti di ghiaccio per apprezzarlo“.