Mondiali 2016, intervista a Cappellini-Lanotte
L’Italia del pattinaggio di figura esordisce oggi a Boston nella prima giornata dei campionati Mondiali 2016. Azzurri carichi e agguerriti per il più importante appuntamento dell’anno che mette di fronte i più forti atleti internazionali. La competizione della danza sarà quella più importante per la nazionale italiana, con Anna Cappellini e Luca Lanotte a caccia di una medaglia iridata. Campioni mondiali nel 2014, i due hanno chiuso a un passo dal podio, in quarta posizione, sia nel 2013 che lo scorso anno a Shanghai. Dopo il terzo posto delle finali di Grand Prix e l’argento agli Europei, la coppia azzurra sembra pronta per completare il trittico di medaglie nelle tre competizioni più importanti della stagione.
Cosa vi aspettate dal Mondiale?
“Non è mai facile fare previsioni prima delle gare, e meno ancora di manifestazioni così importanti perché entrano in gioco davvero parecchi fattori, dai giudici, alle performance a molto altro ancora. Quello che però possiamo dire è che puntiamo in alto, puntiamo al podio”.
Cosa vi ha lasciato l’argento agli Europei?
“Siamo felicissimi del risultato di Bratislava, anche perché eravamo primi nel corto, poi il programma può piacere più o meno. Sono in ogni caso anni che ci confermiamo al vertice e questa per noi è la cosa più importante”.
Continuate a pensare che l’obiettivo ultimo siano i Giochi del 2018?
“Quello resta il nostro punto di arrivo: l’Olimpiade è da sempre un obiettivo per tutti e ormai ci siamo vicini. Crediamo possa rappresentare la giusta conclusione di un percorso pieno di successi e durato molti anni”.
Gli avversari più temibili a Boston?
“Gareggiamo in America e quindi non possiamo non pensare agli americani padroni di casa, i fratelli Maia ed Alex Shibutani oltre a Madison Chock ed Evan Bates. Poi ovviamente i francesi campioni in carica Gabriella Papadakis e Guillaume Cizeron, i canadesi Kaitlyn Weaver ed Andrew Poje e i russi, che pur privi di Ekaterina Bobrova e Dmitri Soloviev, per tradizione non vanno mai sottovalutati. Credo che saremo in cinque coppie a giocarci i primi tre posti”.
Avete cambiato qualcosa nel programma?
“No, nessun cambio sostanziale, la base del programma è rimasta la stessa. Certo poi un programma di per sé non è mai di per sé finito e definitivo: abbiamo fatto tanta coreografia cercando di apportare le migliorie necessarie”.
Siete dei gradi perfezionisti: dove si può ancora migliorare?
“Sul pattinaggio, lo skating skill, che è una delle voci prese in considerazione dalla giuria e che è stato uno degli aspetti su cui ci siamo maggiormente concentrati in queste settimane”
Si fa sentire la fatica di fine stagione?
“E’ innegabile che gli impegni dell’intero anno ala lunga si facciano sentire e proprio per questo bisogna porre particolare attenzione alla preparazione della gara dal punto di vista fisico. Ecco perché lo staff atletico tende ad alternare con maggiore frequenza allenamento e riposo, proprio per non correre il rischio di sovraccaricare”.
Quale resta il mondiale più bello a parte quello vinto?
“Più che guardare al passato dobbiamo dire che ci è rimasta nel cuore la vittoria della tappa cinese del Grand Prix: ci ha dato grande prestigio e ci ha concesso l’opportunità di giocarci le finali del Grand Prix. Dopo un’annata meno brillante come quella dello scorso anno in cui il nostro programma non era stato apprezzato e si cominciava a pensare che non fossimo più competitivi i massimi livelli, riaffermarsi ci ha regalato una grande soddisfazione”.