Nazionale: incontro online con la leggenda Phil Esposito
I ragazzi della nazionale italiana di hockey su ghiaccio sono ancora bloccati nella “bolla” pre-mondiale. A causa dei noti casi di positività al Covid-19, infatti, squadra e staff si trovano in una sorta di isolamento presso il raduno di Bolzano. A scopo precauzionale, per evitare ogni ulteriore rischio di contagio, gli allenamenti sono tutt’ora sospesi, ma per cercare di tenere comunque alto il morale della truppa azzurra, lo staff tecnico sta organizzando una serie di attività alternative. I giocatori, infatti, stanno seguendo un programma atletico per non perdere la forma fisica, e per tenere allenata anche la mente, coach Greg Ireland ha sfruttato le sue conoscenze Oltreoceano. Nel pomeriggio di ieri tutti gli azzurri hanno partecipato ad una video-call con una vera e propria leggenda dell’hockey su ghiaccio mondiale: Phil Esposito.
Canadese di chiare origini italiane, considerato uno dei più forti giocatori di tutti i tempi e una vera icona dell’hockey mondiale negli anni ’70, oltre ad aver vinto la Stanley Cup, Esposito si è aggiudicato un numero impressionante di riconoscimenti personali. Cinque volte vincitore dell’Art Ross Trophy, il premio come miglior realizzatore (gol e assist) della NHL, due volte vincitore dell’Hart Memorial Trophy (miglior giocatore della stagione regolare), primo giocatore nella storia della NHL a superare il “muro” dei 100 punti in una singola stagione, Phil Esposito è stato uno dei protagonisti della leggendaria Summer Series del 1972 fra Russia e Canada.
Una volta conclusa la carriera da giocatore ha proseguito come coach e general manager, prima di diventare uno dei fondatori dei Tampa Bay Lightning, la franchigia detentrice della Stanley Cup. Una miniera di ricordi di quasi un’ora nel corso della quale il 79enne originario di Sault Ste. Marie ha messo al centro il concetto di squadra. Riferendosi ai successi ottenuti nella sua carriera, e al famoso “Miracle on Ice” di Lake Placid ’80, Esposito ha detto che “ogni risultato si conquista con il gruppo, non con i singoli giocatori. Per una nazionale non è semplice diventare una squadra, ma prima lo diventerete, prima avrete successo”. Secondo l’head coach azzurro Greg Ireland, incontri come quello con Esposito “possono aiutare a motivare il gruppo e a farlo crescere. Tanto più in una situazione delicata come quella che stiamo vivendo, con alcuni ragazzi che saranno alla loro prima avventura in un Mondiale Top Division”.