Nazionale, la lettera di Ireland: “Amore per il nostro sport, passione per la nostra maglia”
Poco più di un anno fa, con mio grande onore, sono stato nominato Head Coach della Nazionale italiana di hockey su ghiaccio. La FISG mi ha dato l’incarico di formare una nuova identità di squadra e di creare un programma in grado di far crescere tutto il movimento in vista delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026. Da quando sono stato nominato Head Coach dell’Italia, abbiamo dovuto affrontare una serie incredibile di ostacoli e di avversità. Dal Mondiale cancellato lo scorso anno, ai problemi avuti durante l’ultimo training-camp: nonostante tutto, abbiamo continuato a concentrare la nostra attenzione sull’identità di squadra e sulla nostra mission. Stiamo guardando a queste sfide come ad un modo per costruire il nostro programma, e per mostrare ai nostri giocatori, soprattutto a quelli più giovani, che bisogna continuare a perseguire i propri obiettivi con determinazione e resilienza. Il nostro traguardo è quello di essere competitivi ai Mondiali di quest’anno, sviluppare il programma di crescita e mandare ai giovani giocatori italiani un messaggio: stiamo compiendo grandi sforzi per costruire qualcosa di importante e darvi l’opportunità di diventare dei professionisti.
Siamo consapevoli che la squadra di quest’anno è molto giovane, e che, senza alcuni dei giocatori-chiave, dovrà affrontare una sfida monumentale. Competere in ogni partita contro squadre di altissimo livello sarà difficile come non mai. Ma il nostro amore per questo sport, e il nostro orgoglio nell’indossare la maglia azzurra, dovranno rappresentare la motivazione che ci spinge a crescere individualmente e come collettivo. La nostra squadra, i nostri giocatori, noi allenatori: abbiamo tutti un amore infinito per il gioco dell’hockey, e vogliamo dare il massimo. Partita dopo partita. Tempo dopo tempo. Cambio dopo cambio. Per il nome che sta scritto sul davanti della nostra maglia: ITALIA.
Lo scorso mese di luglio, quando arrivai a Formia per il mio primo training-camp, dovetti restare in quarantena per i primi 3 giorni, e mi misi alla prova nel guidare il gruppo in video-conferenza. I nostri assistenti allenatori fecero un grande lavoro sul campo, e fummo in grado di portare avanti il nostro messaggio. Ad agosto abbiamo avuto uno splendido raduno ad Egna e abbiamo iniziato a costruire dalle fondamenta il nostro programma e la nostra identità. I ragazzi hanno terminato il camp consapevoli del fatto che tutti assieme abbiamo alzato l’asticella, e che a tutti viene richiesto ancora maggiore impegno e maggiore dedizione.
Tutti noi, dalla squadra alla Federazione, abbiamo iniziato la fase di preparazione al Mondiale 2021 con grande entusiasmo. Purtroppo, il Covid-19 ci ha imposto molte restrizioni e ci ha creato enormi problemi, cambiando rapidamente il volto della squadra. Abbiamo dovuto modificare tutto quello che avevamo preparato, siamo stati costretti a isolarci e a restare lontano dal ghiaccio. Ma nonostante tutto non abbiamo mollato, non abbiamo gettato la spugna. Abbiamo cercato nuovi modi per prepararci, per andare avanti. Ho parlato a lungo con il nostro preparatore atletico, e abbiamo elaborato un programma per poterci allenare nelle proprie stanze, praticando anche lo yoga. Ci siamo trovati due volte al giorno in video-conferenza, abbiamo studiato assieme il nostro playbook, analizzato i video, discusso a lungo per cercare di prendere familiarità con il nostro sistema di gioco. Video, schemi, simulazioni e incontri online con una serie di motivatori ci hanno permesso di entrare in confidenza l’uno con l’altro e di crescere come squadra. Essere isolati e non potersi allenare è stato davvero difficile, ma non avevamo altra scelta che adattarci, e ciò ci ha portato a diventare un “gruppo” più in fretta di quanto ci aspettassimo.
Sappiamo bene quali sfide e quali impegni ci attendono. Non sarà sempre facile trovare le motivazioni giuste per reagire alle pressioni, ma continueremo a concentrarci sul nostro motto: “amore per il nostro sport, passione per la nostra maglia”. Questa frase dovrà essere la ragione per continuare ad essere resilienti, per continuare a crescere e migliorare. A Riga guiderò la squadra come Head Coach. Lo farò da distante, grazie alle nuove tecnologie. Quello che non deve cambiare, però, è la nostra strada, la nostra direzione. Non importa quale sarà la sfida: sapremo adattarci e sapremo andare avanti come una vera squadra. Io gestirò tutte le riunioni tecniche, analizzerò le partite e lavorerò assieme al resto del gruppo per preparare ogni singolo match. Il coaching staff porterà questo messaggio in pista, e farà in modo che il gruppo rimanga unito. Continueremo a inseguire il nostro sogno grazie a un concetto-chiave: amore per il nostro sport, passione per la nostra maglia.